giovedì 23 settembre 2010

Jean-Michel Basquiat (1960-1988)


Jean -Michel Basquiat nell’atelier di Great Jones Street, New York, 1985
Foto: William Coupon


Non voleva essere un artista nero. Veleva essere un artista famoso

 
Da graffitista di strada a super star della pittura, Jean-Michel Basquiat è stato il Jimi Hendrix del mondo dell'arte: in meno di un decennio è diventato una celebrità.

Nei quadri di Basquiat i ragazzi non diventano mai uomini, diventano scheletri e teschi.
La presenza è espressa nell'assenza, che siano i corpi spettrali e gli schelitri scarnificati che disegna oppure le parole che barra.
E' ossesionato dalla decostruzione delle immagini e dal linguaggio del suo mondo frammentato. La sua opera è l'espessione ultima di un profondo senso del "non qui", un profondo buco dell'anima.

La prima biografia completa dell'artista: Basquiat: Vita lucente e breve di un genio dell’arte, redatta in 7 anni dalla giornalista americana Phoebe Hoban. La quale, per ricostruire nei minimi dettagli la straniante esistenza del graffitista, ha intervistato più di 200 persone, inclusi i familiari.

"Basquiat non era uno normale – scrive la Hoban nella prefazione – Viveva sullo stile paga e prendi. Ma in alcune cose era imbattibile, in centinaia di cose. Nei disegni, nei dipinti e nelle note che lo raccontavano come un test Rorschach. Basquiat viveva i suoi dipinti: ci dormiva sopra, ci camminava sopra, ci mangiava sopra".




Phoebe Hoban, Basquiat: Vita lucente e breve di un genio dell’arte, Castelvecchi Editore.


La Fondazione Beyeler (Basilea) lo scorso maggio ha celebrato l'artista nel cinquantesimo della nascita.
Oltre cento opere, tra dipinti, disegni e oggetti, ripercorrono la carriera del pittore morto giovanissimo nell'88. La mostra raccoglieva i lavori principali, accanto a opere su carta e oggetti-sculture, articolandosi in cinque fasi principali che diventano anche una strategia per scrivere la sua storiografia.